Ci siamo, ci siamo quasi, forse, mah, ancora un po', dai che ce la fai!
Sono settimane che la fine dei lavori di preparazione sembra a portata di mano, poi succede qualcosa che allunga i tempi. Per lo più questioni burocratiche intricate, ritardi nella consegna di materiale e sciocchezze simili.
Ma noi, che siamo dei creativi, non si lasciamo intimidire e ne approfittiamo per rendere Best Explorer ancora più comoda e lustra.
Le vecchie signore, eh sì, anche le barche invecchiano e il tempo si vede soprattutto sulla pelle, hanno bisogno di creme e cosmetici ed è questo il trattamento principale di questi giorni.
Scrostiamo quei pochi punti dove l'acciaio fa vedere la sua presenza in superficie e lo ricopriamo di vari strati protettivi.
La cosa veramente difficile non è questa operazione, ma decifrare il significato delle scritte rigorosamente solo in giapponese sui barattoli e sulle scatole. I traduttori automatici di fronte ai termini tecnici falliscono miseramente.
Nel frattempo con la barca in secca anche la semplice operazione di andare alla toilette si trasforma in una corsa a ostacoli che ci mantiene costantemente in forma!
I miei due compagni che si sono offerti volontariamente di contribuire alla necessaria manodopera prestando le loro abilità e competenze stanno compiendo miracoli: abbiamo ora il riscaldamento in navigazione anche nei bagni, una mancanza che aveva fatto patire un po' tutti durante le passate navigazioni artiche, pur con il favorevole effetto di ridurre i tempi di sosta tecnica.
Le docce sono ormai completamente stagne e non dovremo porre troppa attenzione all'acqua che finisce in sentina.
L'illuminazione in pozzetto è diventata fissa e funziona a meraviglia. Non ci servirà molto durante i primi mesi, perché avremo il sole di mezzanotte, ma poi sarà piacevole sedersi insieme all'esterno durante le soste per godersi un aperitivo potendo vedere quali stuzzichini si prendono e facendo invidia agli orsi bianchi.
Non ci credete? Forse fate bene: non saranno molti i momenti di relax durante il nostro viaggio al nord, se l'esperienza ci insegna qualcosa. E in navigazione il pozzetto deve essere più buio che all'esterno.
Ciascuno di noi ha in dotazione una lampada frontale con luce rossa, se necessita leggere uno strumento o un quadrante di notte senza rimanere abbagliati. Protetti dalla cappottina, a volte completamente chiusa, e ben coperti dai classici tre strati di indumenti, non si soffre il freddo per le tre ore classiche dei turni di guardia.
Se poi ci si sente intirizziti, una discesa in cabina, dove la temperatura oscilla intorno ai 23 gradi, e una cioccolata calda da bere in pozzetto in uno dei bicchieri termici in dotazione risolvono brillantemente il problema fino al prossimo cambio.
Ma per ora queste cose fanno parte del futuro. Domani dovremmo ricevere l'atteso strumento dell'ENEA che ci consentirà di misurare il plankton marino lungo il percorso.
Così l'aspetto scientifico della nostra spedizione comincerà a prender concretezza.
Tra domani e dopodomani cominceremo anche lo stivaggio dei cento chili di provviste che l'Assonautica di Imperia ha raccolto per noi. Un contributo importante soprattutto perché ci porta a bordo un pezzo di Italia (e di Liguria, lasciatemi sottolineare) con sapori che ci faranno sentire più vicini a casa.
Attendiamo ancora un set di parti di ricambio preparate dalla Solé Diesel, fornitrice del nostro ottimo motore e poi dovremo solo essere raggiunti da tre signore che saranno parte dell'equipaggio della prima tappa.
Buon vento, quindi, Best Explorer!