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Le navigazioni del 2015

Dal Messico alle Galapagos

 

All'inizio di Febbraio 2015 siamo patiti da Guaymas (Messico, Sonora) dopo aver preparato la barca per la traversata del Pacifico. L'equipaggio era formato da Nanni (skipper), Paolo, Bernard e Gianni.

Non è stato facile trovare i materiali necessari, ma le cose principali sono state fatte.

Da Guaymas abbiamo attraversato il Mar di Cortez verso Loreto e ci siamo fermati a San Carlos per fare acqua, poi ad Agua Verde, Timbabichi, San Evaristo e La Paz, dove abbiamo caricato acqua e gasolio.

Abbiamo poi diretto su Puerto Vallarta.

Lì, dopo alcune riparazioni, modifiche e rifornimenti e cene deliziose, abbiamo completato le pratiche di uscita dal Messico e ci siamo diretti verso le Galapagos.

Il percorso è stato di circa 1.700 miglia di oceano, quasi 2.400 da Guaymas.

Abbiamo avuto qualche periodo di calma di vento, ma anche groppi violenti passando al largo del temibile Golfo di Tehuantepec e a Sud Ovest di Panama.

Alle Galapagos il tempo si è mantenuto prevalentemente calmo e caldo, con molta umidità. Pratiche di ingresso minuziose con verifiche pignole della pulizia della carena e dell'assenza di insetti e topi all'interno e costi elevati, ma poi con un permesso di permanenza di due mesi, come già richiesto dall'Italia.

Lì abbiamo percorso su e giù più volte i tre porti dove è consentito fermarsi, godendoci insieme agli ospiti luoghi, panorami, mare, bagni, animali e buon cibo.

La barca ha avuto bisogno di diverse riparazioni e manutenzioni e gli artigiani del posto si sono dimostrati competenti, gentili, rapidi e a ottimo prezzo, al contrario delle parti praticamente introvabili e carissime (un grilllo piccolo 60.00 Euro!).

Il mare lungo che entra nei ridossi, che hanno il nome immeritato di porti, ha dato molto fastidio. Non troppo i belli, ma fetentissimi leoni marini che siamo riusciti a tenere per lo più lontani dal pozzetto, dove volevano venire a dormire.

Le Galapagos ci hanno però negato la molto richiesta eruzione, che è arrivata una settimana dopo la nostra partenza! Molte più notizie di dettaglio nei vari blog scritti al momento

 

 

Dalle Galapagos alle Marchesi

 

La traversata dalle Isole Galapagos alle Isole Marchesi è una delle più lunghe tratte oceaniche, più di 3.200 miglia.

Spinti agli alisei, Nanni (lo skipper), Salvatore, Enrico, Pietro e Alice sono giunti a Hiva Oa dopo 25 giorni di traversata tutta a vela, anche perché a un terzo del percorso si sono accorti che avevano perso l'elica partendo dalle Galapagos, l'ultima volta che avevano usato il motore!

Una traversata piuttosto regolare, malgrado una persistente corrente contraria che ha ritardato l'arrivo. Probabilmente dovuta al Niño, che stava cominciando a creare condizioni anomale su tutto il Pacifico.

Infatti non si sono quasi incontrati pesci né cetacei, salvo vicino alle isole.

I venti hanno soffiato a volte in modo piuttosto sostenuto, una trentina di nodi per dei giorni, sollevando un mare considerevole, ma mai tale da impensierirci.

L'arrivo e l'ancoraggio a vela nell'affollata baia di Tha Uku ha coronato le emozioni del viaggio. Un'esperienza quasi unica per la sua lunghezza e relativa tranquillità.

Salvatore e Nanni sono poi rimasti un mese gironzolando per le isole prima di ripartire per Tahiti con Nicoletta.

Dalle Marchesi a Tahiti, Moorea e Bora Bora

 

Una "piccola" traversata di sole 1.000 miglia circa, sopra un'acqua di un incredibile color lapislazzulo, mai incontrato altrove, con soste nella mitica Baia delle Vergini di Fatu Hiva, nell'atollo di Raroia che ha visto il termine del viaggio della zattera Kon Tiki e approdando infine a Papeete, città quasi europea, con finalmente un marina dotato di acqua ed elettricità, seppure ancora non del tutto operativo. Un incidente di pesca che poteva avere serie conseguenze si è risolto rapidamente dopo una visita all'ospedale, due giorni dopo il guaio. Salvatore non ne porterà alcuna conseguenza.

Più tardi Moorea, con le sue acque cristalline, le baie riparate. le razze e gli squali pinna nera quasi domestici, le megattere che ci sono passate a un metro di distanza mentre eravamo in acqua, la barriera con i suoi infiniti meandri corallini pieni di pesci, poi Huaine e i suoi resti archeologici che celano ancora le ossa dei sacrifici umani cessati solo nel secolo scorso, i pranzi polinesiani e la pioggia incessante. Infine Bora Bora, paesaggio bellissimo, ma guastato dall'invadente e ubiqua presenza delle installazioni turistiche esclusive.

Una traversata di ritorno a Tahiti a motore contro vento e mare per prendere gli aerei ha visto Best Explorer affrontare le onde più alte e ripide della sua carriera e le sei sfortunate ospiti più lo skipper sorbirsi trentasei ore di shaker terminate nella tranquilla laguna di Moorea.

Ora Best Explorer riposa nel riparatissimo piccolo marina di Port Phaeton, nell'istmo tra Tahiti Nui e Tahiti Iti, in attesa di farsi toilette per affrontare le navigazioni del prossimo anno.

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