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Navigations of 2016

Un po' di Fiji

 

Basta il nome di questo arcipelago perso nelle acque del Pacifico per evocare avventure di marineria e immagini di paradisi esotici. Impossibile non lasciarsi tentare dalle innumerevoli citazioni letterarie e cinematografiche che fanno delle isole Fiji uno dei luoghi ricorrenti nelle fantasie di chi va per mare o di chi, semplicemente, il mare lo ama, lasciandosi affabulare dall’infinita e sempre mutevole magia del continente blu.

 

E le Fiji, lontane e favolose lo sono davvero. Almeno per chi nasce bagnato dalle acque familiari del Mare Nostrum, anche se, al giorno d’oggi, parlare dell’altro capo del Mondo non desta più tanta impressione, abituati come siamo ai voli intercontinentali, alle navigazioni virtuali e alle comunicazioni satellitari. È vero che il Mondo si è rimpicciolito, ma raggiungerne il capo opposto, specie se è una manciata di isolotti basaltici e barriere coralline affioranti nel cuore del Pacifico, a circa mille miglia a Nord-Est della Nuova Zelanda, resta comunque una questione di tempo. In altre parole, anche il solo assaggio della navigazione alle Fiji non è esperienza da liquidare in una settimana (esistono tariffe Korean Air estremamente convenienti da Roma, ma 4 giorni se ne vanno solo per il viaggio, in qualunque caso), ma esige una degustazione più rilassata. Due settimane sono il minimo preventivabile anche solo per un’annusatina. Detto questo, per tutti coloro che hanno una lunga esperienza o hanno da poco ricevuto la chiamata che porta da sempre i marinai a cercare orizzonti lontani, le Fiji sono un esperienza di navigazione estremamente interessante. 

 

Si può dire che per noi del Best le Fiji hanno davvero un valore sentimentale perché l’idea stessa delle nostre avventure future ha cominciato a prendere forma, 10 anni fa, proprio lì, mentre eravamo ospiti del nostro carissimo amico e antesignano dei vagabondaggi oceanici Franco Malingri, a bordo del suo Moana. E’ stato un privilegio poter attingere alla esperienza di un vero lupo di mare come Franco, con alle spalle innumerevoli anni di navigazione oceanica e di progettazione. Inutile dire che il mare insegna sempre qualche cosa, ma certamente navigare con un eccellente maestro offre anche ai più esperti moltissimi spunti di riflessione (e qualche borbottio…d’altra parte, nella migliore tradizione della marineria, il comandante è e deve essere comunque un po’ “spiccio”). Fiji, lezione di vita dunque. Spunto per sogni a venire e certamente esperienza preziosa di conduzione oceanica, not to mention il corso accelerato di panificazione estrema che tante soddisfazioni ci ha dato in seguito, tra i ghiacci dell’Artico e lungo tutto il nostro emozionante viaggio alla scoperta del Pacifico. A distanza di anni, sono ancora estasiata dal forno del Moana, assolutamente a pezzi, ma magicamente perfetto per la cottura del pane.

 

Natura e paesaggi incontaminati...

Le Fiji sono vere isole, non corrispondono certo all’immagine dell’atollino di sabbia bianca coperto di palmette che galleggia nella quiete di una laguna turchese. Anche se certamente alle Fiji le lagune turchesi non mancano. L’arcipelago è costituito da una collana di isole basaltiche, smussate dal lavoro del vento e dell’acqua, disposte con poche eccezioni, all’interno di un’enorme anello corallino che ne costituisce la barriera esterna e che denuncia l’origine della maggioranza delle isole come rilievi affioranti da un antico complesso vulcanico. L’incessante lavorio edificatore del corallo ha fatto il resto, costruendo trine intricate introno a ogni isola, erigendo barriere spettacolari e insidiose e scolpendo meandri di sabbia candida e rosata nelle acque protette con il proprio scheletro, ridotto in cipria sottile dalla forza del mare. Sono isole relativamente spoglie, dove la roccia dura lascia poco spazio alla crescita di una vegetazione lussureggiante e dove, probabilmente, il vigore arboreo è stato in parte fiaccato dallo sfruttamento degli isolani e dal dilavamento, con lingue di spiaggia debitamente orlate di palme e, con poche eccezioni, dorsi coperti di sterpaglia in cui si fermano i bioccoli delle nubi che fanno da strascico all’Aliseo. 

 

I fondali di corallo sono un vero splendore: scintillanti di colori e popolati da ogni sorta di creatura, con pesci variopinti di tutti i tipi e panorami sempre mutevoli. Nuotare nell’acqua trasparente sopra una balaustra di acropore piena di minuscoli pesciolini che danzano intorno al vostro naso come coriandoli di tutti i colori o scoprire un intero repertorio di granchietti e stelle di mare camminando semplicemente sul bagnasciuga, quando la marea si ritira, è sempre una esperienza fantastica. Lungi da noi ritenerla consueta, in virtù delle molte perle infilate nella collana di esplorazione di Best nel corso dell’anno tropicale appena trascorso.

 

Pochi i pericoli reali per i patiti dello snorkeling, a parte qualche grattata dovuta alla risacca (assolutamente da evitare perché le ferite da corallo si chiudono molto malvolentieri). Unica vera precauzione? Quella di non toccare le creature urticanti (coralli o anemoni), ma soprattutto attenzione (e totale ubbidienza ai consigli dello skipper) nella raccolta delle conchiglie, che sono bellissime, ma possono essere mortali (i conidi, e, in particolare, il bellissimo cono “Geografico”, sono sempre dotati di arpioni velenosi che possono essere estroflessi per raggiungere qualunque punto del guscio o mano rapace).

 

Naturalmente gli uccelli marini non mancano (gabbiani, fregate, sule dal becco azzurro) come non mancano variopinti uccellini e trilli e gorgheggi tra i fiori del frangipane, ma nei rossi tramonti equatoriali che si accendono e impallidiscono in crepuscoli brevissimi, il cielo si popola di creature più insolite e le volpi volanti, appese durante il giorno come strani frutti ai rami alti, spiegano le ali al cader della sera per celebrare la luna e le stelle. E qui devo fermarmi e sospendere l’enfasi narrativa, perché descrivere l’impressionante scintillio del cielo quando entrambe le Corone sono visibili sull’orizzonte non è proprio cosa, e certo supererebbe di gran lunga le possibilità del relatore…venite con noi e vedrete!!

 

Da Tahiti all'Australia

La lunga rotta, quasi 4.500 miglia, ci ha fatto toccare alcuni dei luoghi più interessanti e misteriosi del Pianeta. Dopo un mese di Maggio passato a godersi le bellezze di Tahiti e Bora Bora e a rientrare in sintonia con la barca, abbiamo raggiunto le isole Cook, le Tonga, le Fiji, le Vanuatu e la Nuova Caledonia per arrivare a Bundaberg poco a nord di Brisbane, in Australia.


Al piacere dell’acqua trasparente e piena di pesci si associa la straordinaria bellezza delle escursioni
a terra, tra vallate lussureggianti e cascate.

Siamo stati a Rarotonga e a Palmerston nelle isole Cook, abbiamo sostato nella laguna di Beveridge Reef, che non ha terre emerse intorno, a Niuè, piccolissimo stato indipendente, a Vava'u nelle Tonga e alle Fiji, dove ci siamo fermati per più di un mese, poi abbiamo visitato le Vanuatu e la Nuova Caledonia, arrivando infinei in Australia.

 

 
 
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