Viaggio senza tempo XII - Verso il Giappone

Passaggio a Nord Est
Abbiamo pubblicato sul nostro sito internet la notizia del nostro progetto comincia a circolare e alcune istituzioni stanno mostrando interesse.
Ci sono sostanzialmente due modi per affrontare navigazioni importanti, modi che hanno costi diametralmente opposti: compierle in sordina, come abbiamo fatto per il Passaggio a Nord Ovest, oppure organizzandosi per dare grande visibilità all’impresa e di conseguenza agli sponsor.
Ci osservano con interesse la Marina Militare e l’Istituto Italiano di Navigazione che ci mettono in contatto anche con Agenzia Spaziale Italiana. Questi sono enti che non contribuiscono direttamente ai finanziamenti, ma che ci mettono in contatto con chi ci potrebbe sostenere.
Siccome ho sempre sperato di poter dare un contenuto scientifico alle mie navigazioni sono particolarmente felice che Salvatore riesca a stabilire un contatto con l’ENEA.
Anche l’Ambasciata Russa si interessa di noi chiedendoci se abbiamo già i permessi per il transito, ma è presto per compiere questo passo. Prima dobbiamo essere certi di poter finanziare il viaggio.
Ci sono quattro argomenti principali che bisogna affrontare: il finanziamento, il mezzo tecnico, l’equipaggio e i permessi. Siamo certi di poter mettere a punto la barca perché sappiamo bene cosa fare. Per l’equipaggio sono sicuro di poter trovare almeno tre persone capaci disposte a impiegare almeno tre mesi di seguito per il viaggio. Se troviamo la quadratura finanziaria rimane l’incognita della procedura per i permessi, che sembra complicata, ma nel caso peggiore che non ci siano concessi sappiamo che potremo comunque passare nell’Artico percorrendo a ritroso la rotta precedente.
Organizzo lavori e crociera
Sorong è in capo al mondo. Quasi, letteralmente, ma è anche il posto meno adatto per fare manutenzione.


Wick, il proprietario di Helena Marina, mi aveva rassicurato che entro l’anno scorso avrebbe avuto pronto un nuovo scalo, di cui lo scavo era già allora terminato, per alare la barca in secco.
Perciò in autunno mi do da fare per organizzare il trasporto di un centinaio di chili di materiale di manutenzione irreperibile sul posto. Trovo uno spedizioniere che mi assicura della fattibilità della cosa, con consegna della merce sdoganata alla barca e procedo all’operazione prima della fine dell’anno: in primavera, terminata la manutenzione, potremo partire e affrontare il lunghissimo viaggio verso la Norvegia.
Naturalmente ci aspettiamo di incontrare difficoltà insospettate e questo accade puntualmente.

I fornitori di materiale scientifico e di navigazione pur allettati dalla possibilità di avere il proprio nome associato a un viaggio così prestigioso si defilano uno dopo l’altro. Sono tutti talmente avidi e presuntuosi che invariabilmente si aspettano non solo di trovarci deliziati dal poter esporre i loro nomi sulla barca, ma addirittura ansiosi di pagare per il materiale ricevuto senza che la cosa costi loro un centesimo. Ci tratteniamo a stento dal trattarli a male parole quando si sorprendono di ricevere una riposta negativa.
Solo con l’ENEA e con l’ASI i contatti proseguono stabilmente.

La spedizione avrebbe dovuto concludersi a metà Gennaio, ma senza l’intervento continuo di Wick e della sua impiegata Ayu non sarei riuscito a ricevere nulla. Dovrò poi essere io stesso a concludere l’operazione sul posto a costi triplicati. Alla faccia della professionalità dello spedizioniere, che ovviamente si defilerà.
Tra ritardi e difficoltà è chiaro che dovrò rivedere i piani e rimandare il Passaggio a Nord Est all’anno prossimo.
Quindi quest’anno andremo in Giappone. Ci sono pro e contro per questa scelta non facile.

Bisogna trovare un posto dove poter fare una revisione seria della barca, tanto più che il famoso scalo di Helena Marina è rimasto fermo e quindi quest’anno non potrò alare Best Explorer.
Mentre ci siamo dovremo portarci a nord per ridurre i tempi del Passaggio e per allontanarci il più possibile dalla zona dei tifoni che prende in pieno le Filippine e il sud del Giappone e dovremo avere a disposizione un retroterra industriale dove sia possibile trovare dei tecnici validi.
Molti mi hanno avvertito che il Giappone è carissimo e non facile, ma non mi hanno spiegato il perché: io associo la difficoltà alla lingua.
Il timore dei tifoni prevale non mia mente: ho visto i risultati sia in Baja California che in Australia e preferisco tenermi il più distante possibile. Sarà il Giappone.
L’ENEA si attrezza per inviare all’Ambasciata italiana a Tokyo il nuovo fluorimetro che sta costruendo appositamente per noi: lo testeremo in Giappone.
Indonesia

L’equipaggio per andare in Giappone è ottimo! C’è Nicoletta, che sarà con noi per la prima parte qui in Indonesia, poi Etienne, Gianfranco e Pietro, che è una vecchia conoscenza del Passaggio a Nord Ovest.
C’è anche un ragazzo, che però ci abbandona subito risparmiandoci il mal di pancia di doverlo sbarcare.
Ma Best Explorer è stata invasa dai ratti!

I ratti qui sono grigi e un po’ più piccoli dei nostri, ma sono impudenti e aggressivi: mentre ci prendevamo un attimo di riposo seduti sul ponte ne è arrivato uno di corsa che voleva saltare a bordo tra le nostre gambe e che abbiamo penato a scacciare! Nel Marina vivono anche numerosi gatti, ma sono così scheletrici e minuti che credo scappino davanti ai roditori.
I danni sono molti, strani e gravi: hanno roso dei cavi ottici insostituibili e un altro cavo della radio, degli sportelli di legno e un po’ di farina, trascurando riso, pasta e altri alimenti. La pulizia diventa la nostra priorità assoluta.
Svuotiamo la barca e la ripuliamo a fondo, spargendo trappole e veleni e ponendo, troppo tardi, griglie di inox davanti a ogni piccola apertura sul ponte.
Approfittiamo del tempo che dobbiamo attendere per ridipingere lo scafo. I mei marinai fanno miracoli.

Questi paesi lontani dalle disponibilità del mondo moderno hanno ancora artigiani capaci e disponibili, ne avevamo avuto prova in Messico e alle Galapagos. Qui non fa eccezione.
Il frigorista che Wick mi aveva procurato l’anno scorso mi aveva fatto sapere che pezzo dovevo procurarmi e l’avevo trovato fortunosamente a Torino da un analogo e disponibile dell’artigiano indonesiano (sono sempre più rari da noi!). Il frigo viene sistemato in quattro e quattr’otto a costi ragionevolissimi: alla faccia dei tecnici australiani.

Siamo di partenza. Addio a Wick e Ayu, insostituibili. Addio ai difficili trasferimenti stradali in 4x4 verso Sorong, addio alle mangrovie e ai serbatoi di acqua piovana, l’unica disponibile qui, e addio ai ratti, speriamo per sempre!

Ci dirigiamo a passi brevi e corti verso Ternate, alle Muluku, dove ci hanno assicurato che si potranno completare le procedure di uscita dal paese e dove sbarcherà Nicoletta.

Ripassiamo dagli atolli già visitati ed esploriamo qualcuna delle meraviglie di Raja Ampat godendoci panorami e fondali corallini. Gianfranco dà subito prova della sua capacità di pescatore: finalmente ne abbiamo uno a bordo! Nella foga del recupero del suo primo pesce si fa un piccolo graffio a una gamba.

Deve averlo trascurato perché dopo una settimana, improvvisamente, mentre stiamo dirigendoci verso Ternate, accusa febbre molto alta e la gamba gli si arrossa e si gonfia in modo impressionante.

Per fortuna Pietro è medico e abbiamo a bordo gli antibiotici giusti, ma è una lotta che Pietro non sa se vincerà. Ci mettiamo due giorni ad arrivare laggiù con

temperature alte che non diminuiscono la sofferenza di Gianfranco: sarebbe inutile









chiamare soccorso, non verrebbe nessuno, neanche via satellite e quanto potevamo fare a bordo è stato fatto. Alla fine delle prime ventiquattr’ore sembra che la progressione dell’infezione si sia fermata. Grazie a Pietro e alla fibra di Gianfranco.

A Ternate lo ospedalizziamo, beato fra le infermiere, mentre la dottoressa conferma la cura, che prosegue fino a guarigione.


Mentre aspettiamo che il paziente si rimetta cerchiamo di ottenere i visti di uscita, ma non c’è niente da fare: le indicazioni ottenute erano sbagliate e i funzionari si irrigidiscono sempre più. Quando alla fine decidiamo di recarci a Bitung, a Sulawesi (Celebes), che è un porto ufficiale di uscita l’atmosfera si rasserena di colpo.