Le tappe
I tempi e i temi della spedizione
La spedizione è partita il Venerdì 1° Giugno 2012 da Tromsø (Norvegia) per arrivare in otto tappe a King Cove (Alaska USA) Domenica 17 Ottobre 2012, per un totale di 140 giorni, un po' meno di cinque mesi.Gli equipaggi, con un massimo di sei persone per tappa, si sono dati il cambio nelle diverse località.
I nostri numeri
Qualche numero del nostro Passaggio a Nord Ovest:
Siamo salpati da Tromsø (Norvegia) il Venerdì primo Giugno 2012 e siamo arrivati a King Cove (Alaska) il 17 Ottobre 2012, impiegando 140 giorni (154 giorni lontani dall'Italia) e otto tappe.
Hanno preso parte alla spedizione 21 persone, di cui due, Nanni, skipper ed expedition leader, e Salvatore, suo aiuto, per tutto il percorso. Gli altri per una o più tappe ciascuno.
I giorni di navigazione pura sono stati 97. Le miglia percorse (misurate sull'acqua) sono state 8.181. La tappa più lunga è stata la prima, da Tromsø a Reykjavik, di 1.304 miglia. Quella più corta da Upernavik (Groenlandia) a Pond Inlet (Nuunavut, Canada), di 525 miglia. Sono state percorse a vela 1.958 miglia. Il vento più forte misurato in navigazione è stato di 57 nodi, le onde più alte stimate a 4,5 metri. Il più forte all'ormeggio è stato di 80 nodi. La massima velocità raggiunta (a vela, a motore si va più piano) è stata di 9,7 nodi. Non siamo stati in grado di misurare la dimensione degli iceberg, ma i più grandi incontrati sembravano superare i duecento metri di lunghezza e essere più alti di cinquanta metri fuori dell'acqua. I giorni di prevalente bel tempo non sono stati più di cinquanta. Per il resto, coperto, pioggia e nebbia e verso la fine anche neve. Il solo riscaldamento interno ha consumato circa 1.500 litri di gasolio, con una media di circa dieci litri al giorno. Abbiamo anche consumato circa 40 kg. di gas propano per la cucina. Di acqua dolce ne abbiamo consumato circa 8.500 litri, circa 55 litri al giorno. I soli problemi subiti sono questi: sono state cambiate otto batterie, giunte prematuramente alla fine della vita, si è guastato il radar, uno dei sistemi di riscaldamento dell'acqua (il meno importante), la pompa dell'acqua del generatore, poi sostituita, due pompe elettriche dei gabinetti sono state sostituite ed è stato subito un danno superficiale alla fiancata destra a causa del ghiaccio. Non ci sono stati altri incidenti alle persone e alle cose, né malattie, né conflitti psicologici.
In conclusione, non solo la preparazione è stata accurata ed adeguata, ma gli inevitabili incidenti sono stati risolti brillantemente.Cinque mesi di navigazione, e quale navigazione! con questi risultati non sono solo conseguenza della fortuna!
Tappa 1
Tromsø - Reykjavik
1 Giugno 2012 - 11 giugno 2012
Distanza 1.304 miglia di cui 596 a vela e 708 a motore.
Equipaggio: Nanni, Salvatore, Filippo, Loredana, Mariele
Dopo una prima parte che si è svolta nei fiordi a sud di Tromsø e in quelli delle Vesteralen col bel tempo, si è fatta tappa a Henningsvaer nelle Lofoten per poi proseguire nel Vestfjord fino al Maelstrom, da cui si è usciti in oceano. Il tempo si è guastato e abbiamo incontrato onda formata da NE e vento fin oltre i 30 nodi che però si è via via calmato.
Arrivando a nord dell'Islanda la temperatura del mare si è abbassata fino a circa zero gradi e il cielo si è schiarito.
Ci siamo fermati una notte a Isafjordur, dove abbiamo fatto dogana, per poi continuare col tempo più caldo e calmo a motore fino a Reykjavik. Lì abbiamo incontrato "Jonathan" proveniente dalla Svalbard e che avrebbe compiuto anch'esso il Passaggio.
Tappa 2
Reykjavik - Nuuk
20 Giugno 2012 - 1 luglio 2012
1.204 miglia, 1.143 a motore, 61 a vela.
Equipaggio: Nanni, Salvatore, Mario, Nicoletta, Paolo P., Pietro
È una tappa di navigazione prevalentemente oceanica, prima nel Canale di Danimarca, tra l'Islanda e la Groenlandia, poi col doppiaggio di Kap Farvel, la punta sud estrema della Groenlandia, che era circondato fino a oltre 60 miglia di distanza dal ghiaccio e dagli iceberg provenienti dall'Artico. Nella risalita della costa occidentale della Groenlandia non è stato possibile accostarsi e visitare gli spettacolari fiordi prima di alcune centinaia di miglia, finché il ghiaccio che risale lungo la costa non fosse diradato.
Tappa essenzialmente e incredibilmente calma. Un giorno di vento contrario non forte. Nebbia vicino e dentro al ghiaccio. Molti avvistamenti di cetacei e foche. Sosta a Paamiut incontrando di nuovo "Jonathan" e l'italiana "Sahula" e poi breve sosta ad Avigait. Ultimi due giorni nella nebbia.
Tappa 3
Nuuk - Upernavik
6 luglio 2012 - 16 luglio 2012
706 miglia, 647 a motore, 59 a vela.
Equipaggio: Nanni, Salvatore, Mario, Paolo P., Giancarlo
È una tappa di navigazione prevalentemente costiera, che ha permesso la visita della spettacolare costa Groenlandese e di alcuni insediamenti Inuit, l'incontro ravvicinato con i ghiacciai e gli iceberg che ne vengono generati.
Tappa 4
Upernavik - Pond Inlet
19 luglio 2012 - 26 luglio 2012
525 miglia, 361 a motore, 164 a vela.
Equipaggio: Nanni, Salvatore, Francesco, Giancarlo, Paolo G., Stefano
In questa tappa abbiamo risalito la costa Groenlandese verso il Golfo di Melville approfittandone per vedere i ghiacciai più grandi che scendono dall'Indlandsis (la calotta glaciale groenlandese). Poi abbiamo traversato a nord il Golfo di Melville atterrando sulla costa Canadese dei Territori di Nord Ovest a Pond Inlet, dove facemmo le pratiche di ingresso in Canada e prendemmo contatto con la parte centrale del Passaggio a Nord Ovest.
Vento discretamente fresco nella parte centrale della traversata ci ha permesso di tenere una buona media.
Tappa 5
Pond Inlet - Gjoa Haven
2 agosto 2012 - 14 agosto 2012
1.271 miglia, 960 a motore, 311 a vela.
Equipaggio: Nanni, Salvatore, Danilo, Paolo I., Roberto, Silvano
In questa tappa abbiamo affrontato la parte centrale del Passaggio a Nord Ovest, facilmente bloccata dal pack che proviene dall'oceano Artico. Era la tratta che ha fermato tutte le spedizioni precedenti il passaggio di Amundsen nel 1903 e che non è stata più percorsa fino agli anni dell'ultima guerra mondiale. Qui è stato necessario farsi strada forzando il passaggio, sia nella Baia di Baffin che nel Lancaster Sound e nel James Ross Strait. Il ghiaccio ci ha costretto a un allungamento significativo del percorso e ha causato un danno alla fiancata della barca.
Il vento ci ha in parte aiutato, se no avremmo avuto seri problemi di carburante. Soste di riposo e riflessione a Dundas Harbor, Prince Leopold Harbor e Kennedy Bay. Nelle ultime 24 ore abbiamo navigato col sole, il nevischio e la pioggia e la notte scura, dopo aver lasciato il sole di mezzanotte più a nord, e colla bussola completamente innutilizzabile per la vicinanza al polo magnetico.
La tappa è terminata a Gjøa Haven, dove Amundsen ha passato due inverni.
Tappa 6
Gjoa Haven - Tuktoyaktuk
21 agosto 2012 - 1 settembre 2012
1.005 miglia, 845 a motore, 160 a vela.
Equipaggio: Nanni, Salvatore, Pierpaolo, Roberto, Silvano
In questa tappa abbiamo continuato a muoverci nella parte centrale del Passaggio a Nord Ovest, dove una moltitudine di canali, rocce e isole rendono complicata la navigazione. Dopo un passaggio molto interessante e senza problemi nello strettissimo e intricato Simpson Strait, ci siamo permessi una digressione in Terror Bay, dove un'incerta segnalazione indicava la possibilità della presenza di un relitto sommerso, che ovviamente non abbiamo trovato. Ci siamo poi fermati a Cambridge Bay, uno dei luoghi storici dell'esplorazione dove riposa il relitto della Maud, che fu già di Amundsen. Abbiamo avuto lì la ventura di essere ripresi dalle macchine di Street View di Google, che ha immortalato la presenza di Best Explorer al pontile di attracco. Ormai il sole di mezzanotte era solo più un ricordo. Siamo arrivati alla foce dell'immenso fiume Mackenzie con rive bassissime e disseminate di caratteristici "pingo" dopo alcune fermate in baie estremamente interessanti e pittoresche. Da Gjoa Haven in poi non abbiamo più incontrato ghiaccio mentre la bussola ha ricominciato a funzionare.
Tappa 7
Tuktoyaktuk - Nome
10 settembre 2012 - 19 settembre 2012
1.242 miglia, 923 a motore, 319 a vela.
Equipaggio: Nanni, Salvatore, Mauro, Nicoletta
Tuktoyaktuk è un villaggio Inuit al termine della strada invernale che attraversa l'Alaska verso nord. Qui ci sono più di 1.350 "pingo", strane cupole di terra e ghiaccio (idrolaccoliti) che si formano solo dove c'è del permafrost, il suolo perennemente gelato delle regioni artiche e di alta montagna. Si formano quando dell'acqua che permea lo strato superficiale del suolo viene espulsa verso l'alto dal congelarsi del terreno. Qui siamo arrivati prima di quanto pianificato, ma siamo rimasti più a lungo del previsto a causa di una tempesta da NW che ha alzato tra l'altro il livello dell'acqua di un buon metro e mezzo. Fatta l'uscita dal Canada siamo ripartiti insieme a "Dodo Delight" e a "Marguerite II". Dopo una breve visita a Thetys Bay dietro l'isola di Herschel, zona di svernamento delle antiche flotte baleniere, siamo entrati nelle acque statunitensi scorrendo lungo la costa fronteggiata da bassifondi, con una navigazione non facile. Non abbiamo toccato Punta Barrow per le condizioni delo tempo in peggioramento e abbiamo continuato sbarcando fortunosamente sulla costa piatta e inospitale uno di noi che doveva ripartire. Una tempesta che ha raggiunto i 60 nodi ci ha reso interessante la notte successiva, mentre un paio di giorni dopo siamo passati tra le due isole Diomede, una americana e l'altra russa, completando ufficialmente la prima navigazione italiana attraverso il Passaggio a Nord Ovest. L'arrivo a Nome con l'ingresso ufficiale negli Stati Uniti è avvenuto il giorno successivo.
Nome - King Cove
7 ottobre 2012 - 13 ottobre 2012
Tappa 8
924 miglia, 636 a motore, 288 a vela.
Equipaggio: Nanni, Salvatore, Filippo, Heike, Paola
La permanenza a Nome si è protratta per ben 19 giorni a causa di una serie di forti depressioni che risalivano dal Giappone lungo la catena delle Aleutine e che portavano continuamente venti contrari da sud ovest, insieme con "Marguerite II" e "Coriolis", l'ultima barca a passare quest'anno. La stagione stava avanzando e la nostra preoccupazione di rimanere bloccati dal ghiaccio cresceva, non essendo possibile in alcun modo lasciare la barca a Nome. Alla fine decidemmo di dirigere invece che su Dutch Harbor su King Cove, porto che sembrava più adatto. Nel viaggio ci siamo fermati per riposare nella baia di Kangirlvar dove la corrente ci ha giocato uno scherzo notturno. Mare e vento abbastanza forti durante tutto il percorso, ma la temperatura, che era andata sotto zero a Nome, è rimasta accettabile. L'ultimo giorno, ormai in Pacifico dopo aver traversato la catena delle Aleutine, abbiamo avuto un vento di 40 nodi che ci ha reso pesante la navigazione. Arrivati a King Cove e ben ormeggiati, il vento è salito a 80 nodi. Da lì il rientro in Italia via aerea è durato ben cinque giorni, per via dei difficili e precari collegamenti.