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Ensenada, Mexico


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Nanni

Gli addetti al “Border protection and control” di S. Diego sono venuti a ritirare il permesso di navigazione e i cartellini attaccati ai nostri passaporti, con l'aria sospettosa che abbiamo riscontrato già nei loro colleghi di Friday Harbor. Danno l'impressione di considerarci a priori dei nemici che meritano un'attenta sorveglianza, al contrario dell'atteggiamento amichevole della gente comune. Partiamo di notte da S. Diego per le sessantacinque miglia che ci aspettano. Abbiamo scelto di fare così per arrivare la mattina a Ensenada e sbrigare subito le pratiche di immigrazione, che ci immaginiamo lunghe e complicate. Il cielo è coperto e la temperatura mite, ma l'aria è umida e abbastanza sgradevole, in confronto con il clima secco del nord. Con le prime luci dell'alba arrivano branchi di delfini a farci compagnia. Compaiono anche i primi pellicani. Le carte mostrano una crescita rapida della temperatura dell'acqua proprio a partire dalla zona a sud di San Diego. Dev'essere questa la ragione dell'abbondanza che vediamo intorno a noi. Ci ormeggiamo ai pontili di Baja Naval Marina e l'accoglienza è subito calorosamente latina. Non perdiamo tempo con l'espletamento delle pratiche necessarie, tutte concentrate in un unico edificio, dove immigrazione, capitaneria, dogana, ufficio della pesca e banca (per le numerose piccole tasse da pagare) sono a un passo l'una dall'altra. La procedura è complicata, ma dopo un paio d'ore usciamo con il permesso di importazione temporanea della barca valido dieci anni! Ora siamo in attesa di Nicoletta e Giulio che saranno con noi per una corsa di ottocento e più miglia fino a Cabo S. Lucas, con la speranza di vedere per via le mitiche balene grigie e i loro nuovi nati.

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