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Partenza da La Paz


Nanni

Baja California, Isla Espiritu Santo La Paz, una città con la sua vita sostanzialmente indipendente dal turismo. Questo c'è, s'intende, e le nuove costruzioni, i marina e i campi da golf verdissimi sulla superficie altrimenti riarsa delle montagne ne sono la testimonianza. Ma non è ancora riuscito a guastare l'atmosfera serena e sonnacchiosa che assorbiamo con gusto. Al marina l'ufficio chiude al sabato a mezzogiorno e il nostro obolo va versato al guardiano, che però non ha altro riferimento che il nome della nostra barca e la cifra da pagare: se volessimo ce ne potremmo andare alla chetichella e nessuno ci inseguirebbe. Naturalmente non ci pensiamo neppure. Il supermercato è un po' distante, ma troviamo tutto a prezzi modesti, perfino la miglior pasta di casa nostra (ma non il riso per i risotti....). Fa molto caldo nell'aria ferma del giorno, ma alla sera comincia a soffiare il vento da nord che ci troveremo il giorno dopo sul muso e ci dobbiamo ricoprire. Questa mattina ce la prendiamo comoda e questo ci costa una bolina fastidiosa fino all'Isla Espiritu Santo, con le sue falesie color ocra e i fondali sabbiosi che vediamo bene nell'acqua limpida. Ancoriamo in una insenatura che ci protegge dal vento del nord dopo che Paolo è riuscito a scorgere il mitico raggio verde scoccato dal sole che tramontava dietro alle prime propaggini della Sierra Giganta. Gli isolotti Gallo e Gallina davanti a noi hanno la cervice ispida di cactus e un volo di fregate e pellicani che sfuma nel buio della sera che incombe. Mentre scrivo la luna al primo quarto è proprio sul nostro zenit e a sud alte nel cielo si vedono Orione e Sirio e più in basso la brillante Canopo, invisibile da latitudini più settentrionali.

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