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Andenes - Barnøy


Nanni

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La fortuna ci e' amica! Usciti questa mattina da Andenes per recarci dove dovrebbero stazionare i capodogli abbiamo dovuto rinunciare per le onde contrarie che avrebbero reso penoso il nostro procedere. Un po' delusi stavamo tornando sulla nostra traccia quando una famiglia di orche si e' presentata in rotta di collisione. L'emozione e' grande, ma meglio di me e' bene lasciar parlare chi le ha viste per la prima volta. Danilo: ho fatto cinquanta foto, ma ne ho azzeccata una sola! Irene: Urka ke orke! Pietro: ma allora e' tutto vero! nun me son messo a piagne perche' avrei perso de dignita' Paolo, invece, dice che sono come quelle della tele.. Per poco non lo picchiamo. Adesso siamo ormeggiati a un pontiletto su un'isola deserta dalla gobba felpata di muschio ed eriche. Abbiamo appena finito un aperitivo a base di gin fizz e barbecue di wurst su fuoco di betulle e licheni. Intanto nevicava e noi ridevamo a pensare che in altre circostanze ci considereremmo noi stessi fuori di testa, se non fossimo qui immersi in un'atmosfera talmente straordinaria da superare qualsiasi tentativo di descrizione. Il ponte e' coperto da un velo di palline di neve che sembra polistirolo e sopra la barca stanno passando centinaia e centinaia di gabbiani in volo per andare a posarsi sulle rocce delle falesie di fronte all'oceano. La cena a base di salmone si e' conclusa e il cielo e' sgombro. La luce della luna oltre la meta' del suo non riesce a contrastare la gloria di un'immensa fascia di aurora boreale che traversa il cielo da nord a sud, trasparente alla luce delle stelle retrostanti. La temperatura e' scesa sotto lo zero, ma cio' non basta a tenerci al caldo dentro la barca: il panorama notturno con le montagne innevate all'orizzonte e' troppo affascinante perche' il freddo della notte riesca a dissuaderci.

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