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Immagine del redattoreNanni Acquarone

Nel mezzo del nulla


Beveridge Reef

Beveridge Reef cortesia Niué YC

Volete vivere una vera avventura?

Nulla di più facile, si fa per dire: andate a visitare Beveridge Reef.

L’unica piccola difficoltà è che dovete traversare mezzo Pacifico per arrivarci, ma vi assicuro che come dice il Touring, vale il viaggio.

E dire che di posti curiosi ne ho visti tanti, lungo la nostra rotta!

Beveridge Reef si trova a qualche giorno di navigazione da Rarotonga, che si trova a qualche giorno di navigazione da Tahiti e a solo qualche ora di aereo da Auckland, che si trova a solo mezzo mondo, letteralmente, di distanza dall’Italia.

Ma questo è solo l’inizio.

Poi bisogna trovarlo, Beveridge Reef.

Gli atolli del Pacifico non sono poi così visibili dal mare. Le lagune sono circondate dal reef, cioè dalla barriera corallina, e di solito ospitano una corona di isolette, chiamate motu, coperte di palme da cocco e altri alberi. Sono basse sull’acqua, ma le palme si riescono a scorgere anche da una decina di miglia di distanza.

Sono anche molto ben posizionati sulle carte nautiche, perché ci vive della gente e ci fanno scalo le bettoline che ci portano viveri e persone e che devono ben sapere dove andare.

Beveridge Reef no.

Tanto per cominciare, ed è la sua peculiarità, non ci sono motu intorno, ma solo la barriera e una grande laguna di tutti i colori del blu.

Poi non è mica ben messa sulle carte: ci sono diverse miglia di differenza tra la macchia verde dai contorni di fantasia che c’è disegnata e la posizione reale data del nostro GPS (dal portolano USA: Beveridge Reef has been reported to lie 4 miles SW and also 5 miles E of its charted position. The reef has also been reported (1993) to lie 3 miles NE of its charted position).

Infine la schiuma bianca che le grandi onde oceaniche sollevano contro i coralli si vede a solo un paio di miglia di distanza, credetemi sulla parola, e avvicinarsi a scogli non ben conosciuti col Pacifico che ti spinge alle spalle non è proprio quel che si dice un momento di relax!

Ma quando ci si arrivato e stai contornando la sua barriera in cerca della passe, che ci deve pur essere, credi di essere giunto in un angolo di paradiso, come non hai mai neppure sognato che possa esistere.

Il profondimetro segna trenta metri e tu vedi benissimo il fondo attraverso il blu di lapislazzulo dell’acqua. Proprio come quello al largo delle Tuamotu. Il rombo possente dei frangenti a poche centinaia di metri sopravvento ti accompagna mentre cerchi un varco di acqua calma che interrompa la schiuma bianca e le criniere di spruzzi distese dal vento dietro la cresta delle onde che si precipitano in avanti.

La laguna ti aspetta là dietro. Le sue acque pallide di acquamarina ti promettono un ancoraggio sicuro in pochi metri di fondo. Grossi pesci volanti che hanno disertato le acque del largo scappano davanti alla prua in voli di centinaia di metri.

Alla fine, entrato con facilità malgrado la corrente contraria, ancori a ridosso della barriera sopravvento in un mare mosso solo dalla leggera risacca che si fa strada oltre i frangenti, spegni il motore e ti riempi gli occhi dell’anello quasi ininterrotto di schiuma bianca che marca il confine con la minaccia sempre presente dell’oceano che ancora una volta ti ha lasciato passare indenne.

La senti intorno a te. La vedi nelle onde che sfogano la loro potenza contro il corallo. La odi nel rombo continuo che accompagnerà la tua permanenza qui.

Questo paradiso è tanto più riposante quanto più marcata è la differenza con la traversata che hai fatto per venire fin qui.

Il moto continuo delle grandi e piccole onde, il sibilo del vento nel sartiame, lo sbattere occasionale delle vele, il fruscio dell’acqua contro lo scafo, la fosforescenza che ti accompagna nella notte carica di stelle straniere, la compagnia del tuo equipaggio, le storie che si raccontano durante i pasti, le riflessioni durante le guardie notturne, gli incontri con persone speciali, l’apprensione nel leggere le carte del tempo che ti promettono un peggioramento, il sollievo che ti invade quando il peggio è passato, sono anch’essi parte di un paradiso che hai voluto, hai cercato e hai trovato e ti stai godendo, ma anche Beveridge Reef ne è ora diventata una parte importante che certamente non ti dimenticherai facilmente.

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